Vederli fianco a fianco, in questa foto, a destra Gianmarco Giorda e a sinistra Antonio Cernicchiaro entrambi top manageri rispettivamente di Anfia e Unrae fa sempre un certo effetto. Antogoniste per nautra, le due associazioni divise ormai da una storicità che non ha riscontro nell'attualità si parlano e parlano ai giornalisti e al mondo dell'autotrasporto, aggiungendo il "sale" dei dealer ovvero da Federauto.L'occasione è la presentazione di sei proposte per favorire lo sviluppo del settore, attraverso la decarbonizzazione, lo svecchiamento del parco, la ri-proposta dei 18 metri, secolare progetto che non ha mai superato positivamente i cancelli della Motorizzazione Civile.
Il leit motive parte dalla considerazione di fondo che il parco circolante italiano non solo è il più vecchio d'Europa, ma è invecchiato ulteriormente durante la pandemia. Il vero problema è che tra Euro 0 e Euro II la penetrazione nel totale immatricolato di veicoli obsoleti è di circa il 30%, percentuale che salirebbe, e di molto, se si aggiungessero anche gli Euro III, a detrimento dell'impatto ambientale, della sicurezza, della dotazione moderna del tachigrafo digitale.
Ecco i numeri espressi dai rispettivi centri studi e parte del testo del comunicato ufficiale.
La road map della “triplice alleanza”
Le 6 proposte di Anfia, Federauto e Unrae sono:
- Incentivi fiscali e di mercato per gli Euro VI e le alimentazioni alternative per favorire la decarbonizzazione
- Disincentivi per i veicoli ante Euro IV
- Potenziamento rete biocarburanti
- Sviluppo rete di ricarica elettrica e a idrogeno
- Autorizzazioni alla circolazione dei veicoli 18 mt
- Attuazione revisione obbligatoria anche presso officine private
La storia recente è tutta in negativo
Il parco circolante dei veicoli sopra i 35 quintali in Italia sfiorale 700.000 unità, con un’età media di 13,4 anni. Il 56% di questi è in linea con le direttive di emissione ante Euro IV, percentuale che scende al 45,5% per i veicoli pesanti (superiori o uguali a16 t), che presentano un’età media di 11,5 anni.
Le immatricolazioni negli ultimi tredici anni si sono ridotte di oltre il 40%, passando da 35.442 unità nel 2007 a 20.256 veicoli nel 2020, ma quello dei veicoli industriali rimane un settore strategico, come evidenziato dall’aumento dei volumi trasportati durante il lockdown pandemico e, come tale, va sostenuto con interventi mirati allo svecchiamento del parco circolante e a rendere più sicuro e sostenibile il trasporto su gomma.
Cavalcare le tecnologie per un futuro sostenibile
Le tre associazioni hanno proposto un programma di interventi per abilitare il settore alla transizione energetica a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ed efficienza necessari per garantire la salute e la competitività del comparto. Tra le misure mirate a contribuire alla decarbonizzazione del trasporto merci, le Associazioni chiedono interventi per disincentivare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, per esempio con una maggiorazione del costo per il passaggio di proprietà, e con l’azzeramento del rimborso dei pedaggi stradali e delle accise per i mezzi ante Euro IV, oltre all’entrata in vigore della revisione annuale obbligatoria, anche presso officine private, che attende ormai da tempo l’emanazione dei decreti attuativi.
Sul fronte delle motorizzazioni, è indispensabile continuare a investire sui bio-carburanti e su un parallelo sviluppo delle infrastrutture per le alimentazioni alternative, per procedere verso sistemi di propulsione a emissioni tendenti allo zero, come i veicoli elettrici e quelli a biometano, in attesa della diffusione dell’idrogeno come soluzione di lungo termine e per i trasporti di lungo raggio.
Come già in atto in alcuni Paesi europei, le associazioni sollecitano anche una norma che autorizzi la libera circolazione degli autoarticolati di lunghezza fino a 18 metri - 1,5 metri in più della lunghezza massima attuale, veicoli attualmente circolanti in Italia solo a livello sperimentale – che, a massa invariata, consente un carico di pallet superiore e, di conseguenza, riduce il numero dei mezzi in circolazione, efficientando i flussi logistici.
Secondo Luca Sra, Delegato ANFIA per il Trasporto merci “Oltre ad essere indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale del trasporto merci, il rinnovo del parco circolante risponde anche alla necessità di elevare gli standard di sicurezza dei veicoli che ogni giorno viaggiano sulle strade, superando la contraddizione tra gli enormi investimenti dei produttori per adeguarsi alle normative vigenti in materia e l’effettiva dotazione dei mezzi in uso – solo il 21,6% dei veicoli industriali circolanti è dotato dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dal 1° novembre 2015 (AEBS per la frenata autonoma d’emergenza ed LDW per il mantenimento della corsia). Per raggiungere i target di decarbonizzazione stabiliti dall’Europa, sarà importante il contributo di tutte le tecnologie, dal diesel pulito, grazie all’utile e necessario impiego dei biocarburanti, al gas naturale, come tecnologia ponte verso l’idrogeno. Parallelamente, urge lavorare per lo sviluppo infrastrutturale, dalle colonnine ad alto voltaggio per i veicoli commerciali e industriali, alla distribuzione dell’idrogeno, passi fondamentali per supportare la diffusione dei veicoli per il trasporto delle merci a zero emissioni”.
Gianandrea Ferrajoli, Coordinatore Federauto Truck, ha dichiarato: "Il rilancio del trasporto merci è strettamente connesso a una complessa e articolata trasformazione dell'intero comparto in un'ottica sostenibile ed ecologica, che riteniamo possa concretizzarsi anche e soprattutto attraverso forme di disincentivo all'utilizzo di mezzi obsoleti. Un veicolo su tre in Italia è infatti Euro 0, 1 o 2: un dato impressionante considerato che corrisponde al quintuplo della Germania e al triplo rispetto alla Francia. Per il graduale processo di passaggio a soluzioni di trasporto sempre più green, sono molte le proposte di ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE: da varie forme di tassazione energetica, come la rimodulazione del bollo, agli incentivi per l'acquisto di nuovi veicoli. Le idee condivise oggi sono numerose perché non possiamo lasciarci sfuggire l'occasione offerta dai fondi previsti dal PNRR per una definitiva modernizzazione del comparto trasporti in un'ottica più moderna e rispettosa dell'ambiente".
Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, ha dichiarato: “La transizione verso un sistema di trasporti completamente sostenibile è l’obiettivo desiderabile per il quale il nostro comparto dedica notevoli sforzi e investimenti, ma la diffusione dei motori elettrici, ibridi, a idrogeno e dei biocarburanti è ancora molto limitata per contribuire efficacemente agli obiettivi di decarbonizzazione. Allo scopo di accelerare la diffusione di queste motorizzazioni, nel breve periodo, è necessario prevedere misure di incentivazione per il ricambio dei mezzi più vetusti, anche con veicoli Euro VI di ultima generazione, in modo da ridurre notevolmente le emissioni di CO2 rispetto all’attuale parco. In quest’ottica chiediamo, tra l’altro, di rifinanziare l’ecobonus sui veicoli commerciali per tutto il 2021, di prevedere agevolazioni anche per il rinnovo del parco dei rimorchi e semirimorchi, di rendere operativo il sistema dei ‘certificati bianchi’ per il rinnovo delle flotte, e la rimodulazione del bollo dei veicoli industriali sulla base del criterio che chi più inquina più paga, con evidenti benefici per l’ambiente e la sicurezza”.