In una nota stampa congiunta, ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE si sono espresse con preoccupazione, a nome dei rispettivi associati, sull'intenzione del Governo di introdurre, attraverso un emendamento al contenuto del cosiddetto Decreto Sblocca Cantieri al momento in discussione in Parlamento, l'obbligo di Radio Dab anche per i veicoli di categoria N (ossia, i commerciali e gli industriali).
"Pur condividendo come filiera la necessità di garantire una celere e capillare diffusione della Radio DAB attraverso l’offerta di serie sui veicoli nuovi venduti - si legge nel testo inviato agli organi di informazione -, tema su cui le aziende che rappresentiamo stanno già investendo da tempo, riteniamo che l’introduzione dell’obbligo debba avvenire gradualmente rispettando le peculiarità del nostro settore".
Le tre associazioni hanno quindi ricordato come sul tema l'Italia si sia mossa addirittura in anticipo rispetto al calendario tracciato dall'Unione Europea.
Ora però l'ipotesi di estensione dell'obbligo rischia di arrecare ulteriore danno a un settore - quello dell'auto - che già non beneficia di una deroga per i mezzi di fine serie.
Al primato italiano va aggiunto che le soluzioni di trasporto in questione sono esenti da qualsiasi richiamo nella Direttiva UE 2018/1972 (istituzione del codice europeo delle comunicazioni elettroniche).
Se l'emendamento di cui si tratta fosse approvato, si avrebbero, per produttori e distributori della suddetta tipologia di veicoli "ripercussioni in termini di aumento di costi e di oneri organizzativi - si trova ancora nel comunicato stampa -, in ragione, tra l’altro, di un vincolo che riguarderà solo il mercato del nostro Paese in tempi così brevi, per di più in assenza di una rete infrastrutturale del DAB capillare ed efficiente.
Un unicum al negativo che ancora una volta colpisce l’Italia e la sua competitività rispetto agli altri Paesi Europei, su iniziativa dei nostri stessi rappresentanti. Tutto questo a fronte di nessun beneficio per i consumatori, per lo Stato o per l’ambiente".
ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE si sono quindi appellate al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai due Vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ricordando loro l'impegno a favore del settore espresso nei giorni della campagna elettorale per le politiche. Egualmente 'apostrofati' anche i Senatori, invitati a un'azione a difesa degli interessi delle imprese che operano in Italia.
"L’eventuale approvazione dell'emendamento - così si chiude la nota stampa firmata dalle tre associazioni - e la mancata approvazione della deroga per le vetture di fine serie rischia di dare un ennesimo colpo a questo settore che è stanco di essere definito strategico, e rimanere sempre inascoltato e tartassato da nuove imposte, obblighi e vincoli regolamentari.".