Frigo’n’Motion, sesta tappa: grande seguito a Bra-Pollenzo





(descrizione) Il suo primo cliente, Ferrero. Roba da far tremare le vene e i polsi. Ma è il 1948, e quando Michele Ferrero si presenta in Rolfo con un furgone da riparare, l’azienda di Bra (Cn) che oggi è leader nella produzione di bisarche, rimorchi e semirimorchi è ‘solo’ una bottega diventata officina, e Nutella e Kinder Cioccolato non sono ancora stati inventati. Con questo sodalizio agli albori si cementa il principio cardine delle future collaborazioni cliente-fornitore che alla fine degli anni 80 Michele Ferrero avrebbe tradotto in “Trattate bene i fornitori”, ovvero “remunerarli il giusto e anche un po’ di più”.

L’occasione per questo tuffo in un passato attualissimo la fornisce la tappa piemontese organizzata in partnership con Gruppo Rolfo di Frigo’N’Motion, il ‘giro d’Italia’ dedicato al trasporto a temperatura controllata firmato OITAF che lo scorso 13 giugno ha richiamato a Pollenzo, presso l’Università di Scienze Gastronomiche, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni.
Da Giuliana Cirio, di Confindustria Cuneo, una sottolineatura importante sul valore della filiera, concetto che sarà ripreso e ampliato da Clara Ricozzi di OITAF, e sulla consapevolezza che “le categorie non difendono gli interessi, li rappresentano”.

Toccante lo scambio di ricordi tra Roberto Rolfo, AD del Gruppo, e Bartolomeo Salomone, dal 2019 presidente di Ferrero spa. Toccante e insieme espressione di quella lungimiranza che avrebbe portato le due aziende a ritagliarsi un posto di primissimo piano nel panorama industriale italiano. “Papà”, racconta Roberto Rolfo, “arrivava a casa e diceva ‘E se la Ferrero chiude?’”. Ed ecco la ricerca di nuovi clienti, gli accordi con Cinzano e poi, siamo negli anni 60, con la Fiat di Mirafiori per la quale avrebbe avviato la produzione delle bisarche.

L’oggi è riassunto nei video ‘Chaos’ e ‘Artefici del nostro destino’ di cui Franco Fenoglio, general advisor Rolfo, scrive la didascalia: “Se il trasporto si ferma, in cinque giorni si ferma il Paese. Dobbiamo investire nelle infrastrutture concentrandoci sulla sostenibilità. Dobbiamo svecchiare il parco circolante, lavorare sull’intermodalità, rimettere in pista Progetto 18 (dove 18 è la lunghezza in metri del semirimorchio, nda) che in via sperimentale ha dato ottimi risultati in termini di merce trasportata e nessun problema a livello di guidabilità”. E ancora: “Se il trasporto delle pietre pone un tema di competitività, quello del cibo e delle medicine pone un tema di sicurezza, dobbiamo garantire che il prodotto arrivi a destinazione com’è uscito dall’azienda”.

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Ed ecco le soluzioni messe in campo dalla stessa Rolfo (Thule, Tundra, Iditarod, i semirimorchi City e Zhero, i Kit) e anche da Daikin-Zanotti con la sua gamma di prodotti multitemperatura, da Tecno Service Thermoking con le sue unità di refrigerazione, da Geotab con le sue soluzioni di monitoraggio della temperatura e ACE, un vero e proprio copilota per la gestione delle flotte, da Ar-Tik Lab e i suoi dati multidimensionali, da MGH Systems e le sue soluzioni IOT che non sono altro che una risposta digitale a un problema analogico.

Qualche numero fornito da Marco Comelli, responsabile scientifico OITAF: la DOP economy piemontese conta poco meno di 13mila operatori (due terzi nel comparto vino, un terzo nel comparto cibo) e vale 1.716 milioni di euro. Il settore agroalimentare registra 48mila imprese agricole e 4.330 alimentari di trasformazione e confezionamento e fattura 4,8 miliardi. Nonostante la grossa frenata sui principali mercati nella seconda parte del 2023, il Piemonte resta leader nell’export di vino.
I veicoli a temperatura controllata che circolano nella regione sono 8.031, il 62 per cento LCV, il 38 veicoli commerciali di medie e grandi dimensioni, in linea con la media italiana. I trainati a temperatura controllata immatricolati in regione sono invece 472, di cui 378 semirimorchi e 94 rimorchi. Negativo rispetto al panorama nazionale il dato sull’età media: 17,2 anni contro i 16,4
a livello nazionale.

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Il finale di tappa, prima della visita guidata agli stabilimenti di Bra, riserva una doppia sorpresa: la presentazione del nuovo marchio Rolfo che ‘perdendo’ la connotazione Plastic Gall “identifica la nostra prospettiva futura”, spiega il direttore generale Antonio Fiandino, e l’ingresso in sala dei cugini Rolfo, quinta generazione determinata “non solo a rilanciare il nome”, dichiara il direttore operativo Gianluca Rolfo, “ma tutte le aziende del Gruppo”. La storia continua…